Sono giorni intensi scanditi dalle notifiche: della mail, da cui tutto prescinde, di WhatsApp, in cui tutto il senso di questo percorso si consuma.
Nella barra dei preferiti, sul mio laptop, il tasto col piccolo mondo che porta alla Login Page, non lo uso più da un po'. E' Word la mia seconda casa: le scale e i corridoi sono le composizioni della tastiera, gmail è la corsa nel giardino verso la buca delle lettere, l'ultimo atto, la cucina è l'upload, dove racconto ai miei ogni minuscolo progresso giornaliero verso la meta.
Il formato Ppt presto sarà la finestra attraverso cui poter guardare in cornice quanto fatto, quanto esplorato, quanto preso in prestito e riconvertito nel mio personalissimo linguaggio.
Se è vero come è vero che il mezzo è il messaggio, il luogo più confortevole resta quello in cui posso scaricare ogni tensione, gli altri con cui sto in questa storia.
Oggi più di altri giorni mi sembra finalmente tutto reale, iperreale, tre, quattro, n volte reale...
Per questo forse tremo e al contempo sudo (forse sono solo vestita da maggio, e invece fuori è ancora marzo).
C'è stato un tempo - e quanto segue è strettamente personale - in cui non avrei scommesso un soldo sulla possibilità che potesse capitarmi anche questo nella vita, laurearsi...allora nessuno mi credette e nessuno si è sorpreso in effetti, quando ho notificato questa novità.
Mai da soli: né prima, in cui bisognava che qualcuno credesse al mio posto, né durante, in cui crederci a turno tra successi e cadute, né adesso, che condividere dà sapore all'effimera carta.