mercoledì 25 aprile 2018

La nostra pelle


Ho un neo vicino l'occhio destro, un piccolo segno in rilievo a cui non ho mai fatto caso più di tanto se non in qualche raro momento in cui guardandomi allo specchio mi sono chiesta come diamine fosse possibile che quella fosse da sempre la mia faccia. 
La nostra immagine riflessa è la cronaca più veridica, se non fosse che ha un solo pubblico: noi stessi. Per lo più allora resta una verità a vuoto, in quanto siamo i migliori ingannatori rispetto ai meandri più profondi della nostra intimità.

L'altra sera, come tutte le sere, ero davanti lo specchio e quel neo vicino l'occhio destro era improvvisamente più visibile, stava cambiando colore e forse forma. 
Mi sono allarmata, o forse è più corretto dire che ero infastidita da quella trasformazione: c'è sempre una dose di imprevedibilità nei cambiamenti e io non intendevo riconsiderare il mio volto per quel neo cresciuto troppo o abituarmi a un'altra immagine di me.

Quel dettaglio mi inorridiva, così ho deciso: se eccede, lo tolgo. 
Il giorno dopo sono tornata a non farci caso, sta lì e mutua lentamente. Ieri no, oggi ha iniziato il suo processo, sotto c'è ancora la mia pelle. 
Se apro l'album dei ricordi, in fondo, non saprei nemmeno riconoscere la bambina che ero e più estranea che mai mi sento nelle mie reminiscenze da ragazza.
Così ho capito: ho iniziato a notare la mia immagine riflessa solo quando sono stata disposta a stringerle la mano. 

Ho la pelle chiara, il viso un po' scavato dalle cicatrici dell'acne, i capelli che non ne vogliono sapere di definirsi, i polpacci sempre troppi grossi e gli occhi di un panda che non ha dormito.
E poi ho un neo accanto all'occhio destro a cui all'improvviso ho iniziato a fare caso, sta crescendo.
Se rido, sporgo le gengive e le narici si allargano, ma a me piace, mi ricorda mio padre.
Non riesco a poggiare il sedere sui talloni perché provo dolore al tendine del ginocchio sinistro e beh, poi ho l'alluce valgo.

La novità più rilevante comunque è un'altra, cioè che, stretto questa sorta di accordo altrimenti detto "amor proprio", ne conseguono fantastiche chiacchierate fra sé e sé che Amleto scansati. 
E no, non sono odi narcisistiche, non è ego pompato, è percezione del la nostra pelle .

Svegliarsi tutti i giorni lavarsi i denti guardarsi allo specchio i lineamenti E scoprire che sei proprio tu la persona che ti ha fatto ridere di più E scoprire che sei proprio tu la persona che ti ha fatto piangere di più Un buon amico lo stronzo che ti ha mentito sì, sei proprio tu A volte vorrei lasciarmi ma non saprei con chi altro andare A volte m'innamoro di me e ritorno a giocare A volte vorrei lasciarmi ma non saprei con chi altro andare A volte m'innamoro di me e ritorno a ballare Prova a non muovere un muscolo adesso se può commuovere un minuscolo gesto io al crepuscolo esco e quando torno, è relativo al concetto di presto, se è giorno è relativo al contesto che hai intorno quasi tutto è relativo tranne il mio riflesso, come una lente e un obiettivo cui vivo attraverso anche nolente, ci convivo lo stesso E vorrei lasciarmi alle volte ci penso ma questa pelle è un recinto e un confine, è un labirinto, è l’inizio e la fine e quel vestito è un po’ troppo leggero e un po’ rotto che diventa tutto se hanno perso i tuoi bagagli all’aeroporto A volte è più difficile da sobrio a volte l’amor proprio lascia spazio ad un odio viscerale. A volte mi innamoro di me e ritorno a ballare A volte vorrei lasciarmi ma non saprei con chi altro andare A volte m'innamoro di me e ritorno a giocare A volte vorrei lasciarmi ma non saprei con chi altro andare A volte m'innamoro di me e ritorno a ballare Anche se tra te e te non c'è comprensione Anche se non hai tempo di starti ad ascoltare Anche se una soluzione non ce l'hai Tu non tradirti mai Dove pensi di scappare ormai sei circondato Questo è l’unico compagno di viaggio e c’è sempre stato Ogni storia che hai vissuto ogni passaggio è tatuato Questa è l’unica che hai, la nostra pelle è un quadro (x2) Un giorno buffo di cielo assolato ci ritroveremo con un bel sorriso per aver capito poco di questo nostro cervello e dell'intero mondo Così complesso così spericolato.