domenica 27 agosto 2017

La mia fase monotematica

Di recente mi sono convinta sempre più che quasi tutti i luoghi comuni sono veri. 
Pensate all'estate e quanto sia destabilizzante come tempo: giustamente il riposo assume priorità, gli orari saltano, le abitudini cambiano fino a ribaltare quasi completamente il giorno e la notte, mangiamo più spesso fuori, trascorriamo meno tempo a casa e, in generale, facciamo quello che ci piace senza pensare troppo al dovere.

Così le mie estati sono state dedicate ultimamente a un'attività in particolare, il binge watching, ossia la visione di diversi episodi di una serie TV in modo consecutivo, per di verse ore (meglio ancora se notturne). La prima cosa da sapere sul BW è che non si pianifica, piuttosto accade senza che te ne renda conto e certamente perchè non opponi troppa resistenza alla tentazione di sapere cosa succederà nella puntata successiva.

L'altra, per quanto mi riguarda, è che succede solo con quelle serie che ti prendono particolarmente. Nell'estate 2015 così, ho incontrato sulla mia strada il Trono di spade. Non sapevo nulla a riguardo, nè cosa fossero "Le cronache del ghiaccio e del fuoco", nè chi fosse George Martin e che aveva messo in piedi un colosso simile con i suoi libri già alla fine degli anni '90, quando avevo non più di otto anni.

Ma la mia bacheca Facebook faceva continui rimani a quei volti curiosi, quegli abiti medievali e a un certo Sean Bean che certo, non aveva bisogno di presentazioni. Da buona figlia del mio tempo, amante delle  fiction prodotte in particolare da americani, maestri assoluti nel loro campo, e appassionata di drama per chiare reminiscenze adolescianziali, poichè quel trono di spade continuava a comparire fra i risultati di tutti i siti streaming che percorrevo, diedi via al pilot. 

Non capii. Tutto quel sangue, quel sesso, un sacco di personaggi così distanti tra loro, i colori freddi del Nord e quelli sfumati oltre il Mare stretto. Ma è il caso di dire che "non sapevo niente". Furono delle belle settimane, non vedevo l'ora di essere a casa per godermi qualche nuovo episodio e così li esaurii in fretta. Iniziai a cercare informazioni sugli attori e la loro vita, le pagine social a loro dedicate, così come mi era accaduto con altre serie. Stavolta però c'era una differenza sostanziale: la serie aveva coinvolto molte persone che conosco, indicandomi già che si trattava di un prodotto superiore. L'attesa di circa dodici mesi per poter assistere ai nuovi episodi della stagione successiva, ogni giorno era ingannata da post, articoli e immagini, con riferimento a teorie, a elucubrazioni fantasiose e continui omaggi alla serie.

Con l'avvicinarsi dell'estate e quindi di nuove scene, ribalte, morti e trame fitte di colpi di spada e calici di vino, mi convinsi che il Trono di Spade meritasse senza ombra di dubbio il primato fra le storie che avevo incrociato fino a quel momento. Per la sua straordinaria portata, per l'essere così sospesa nel tempo, riuscendo comunque a dirci molto dell'attualità, per il modo in cui i personaggi soffrono e affrontano le sfide che hanno di fronte e che si portano dentro (direi soprattutto queste ultime).

E quindi è tutto vero: si perde molto tempo, si sonnecchia al mattino, si dà priorità alla serie, ci si perde nella finzione, e la tua vita va in pausa. I luoghi comuni sono tutti veri e i signori del marketing lo sanno. E ci fanno soldi a palate. Il Trono di Spade è una miniera d'oro. Non si contano nemmeno più le aziende che in questi mesi hanno incentrato il proprio advertising su GOT, le più disparate hanno dato vita a storytelling che avevano come sfondo le avventure di Westeros e non solo quelle, si sono appropriati delle atmosfere della serie e delle sue musiche, i pericoli percepiti diventano mitici e i personaggi principali idoli. 

Io ci sono cascata in pieno. Avvicinandoci al finale della settima e penultima stagione assoluta, ho desiderato avere un oggetto che rispecchiasse questo feeling incredibile maturato per la serie. Ho scelto una t-shirt da indossare, non ne avevo una a tema da quando inspiegabilmente a 8 anni ne indossavo una gialla con il disegno cartoon, niente poco di meno che, dei BackStreet Boys (non ricordo nemmeno come si finita tra le mie cose, adoravo anche loro).  E' bianca con la stampa nera di un lupo, simbolo della casata Stark (tra le più tormentate della trama). Su essa capeggia la scritta "Winter is Coming", motto del protettore del Nord e indimenticato Ned Stark. 

L'inverno sta arrivando e con esso un grande pericolo: "death is enemy". L'esercito dei non morti, guidati dagli Estranei e dal Re della Notte, è pronto per oltrepassare la barriera, mentre continua implacabile il gioco del trono, che miete le sue vittime ed esalta i suoi più valorosi pretendenti, mentre gli occhi di ghiaccio e fuoco si incontrano, si studiano, si sfidano e inevitabilmente si ritrovano nella storia delle storie, giunto ora a un punto di svolta inesorabile.

giovedì 3 agosto 2017

Anomalie


In un caldo pomeriggio di luglio, spiaggiati presso Torre Conca (spiaggia conosciuta ai più come "Valtur" per chiara sedimentazione storica), un aggregato giovanile attorno a pezzi di ombra e pietriccio meno infuocato, trascorreva il tempo tra sollazzo e siesta. 

In quel contesto paradisiaco fatto di vuoto legittimato dal tempo di ferie, una riflessione lampante fu suggerita da un soggetto singolare ma ormai familiare, che trascorre presso di noi le vacanze. "Se li attiriamo tutti noi quelli così è perché evidentemente anche noi lo siamo". 
"Anomali", echeggiai in risposta. 

Come una sorta di macchia che ci portiamo addosso sul vestito pulito, come un fardello di cui non riusciamo a liberarci. Anomali e forse anche contenti di esserlo. 
Chi siamo? 
Cosa siamo? 
Qual è la mia casa? 
Qual è la mia cultura? 

Faccio fatica a riconoscermi in un luogo che ho sempre considerato mio, perché scopro - a malincuore - che non in molti me ne danno atto. Scopro, ancora peggio, che a pochi altri importa e infine, se non fosse già abbastanza, scopro addirittura che per alcuni il mio posto non esiste nemmeno. Come un pezzo di terra cancellato dalla carta geografica. 

Ma non devo certo rendere conto ad altri della mia identità e di quanto questa si misuri con il mio paese, le sue tradizioni e il suo volteggiare di stagione in stagione: increspandosi a settembre, raggomitolandosi a dicembre, stiracchiandosi a marzo e facendo capriole a luglio (che bellezza il mio paese!). 
Così chiudo la bacheca di Facebook e provo a dimenticare ciò che ho letto, metto da parte il disgusto e provo a capire. Provo a frazionare la colpa, avendo chiaro che frazione significa parte uguale, non parte più piccola, non parte di minore importanza. 

Subito mi torna in mente Don Chishiotte e la sua eterna lotta contro i mulini a vento, immagine impressa nel comune intendere come una causa persa. I cinici hanno molta affinità con le cause perse. E, a proposito di fardelli, io cinica non lo sono. Così passeggio avanti e indietro sulla riva del mio mare nelle vesti di sognatrice e a tratti, di credulona. Puntualmente smentita dagli atti di sfiducia della gente, da quella indiferrenza ostentata a tutti i costi e dalla continua sospensione del giudizio verso cose che - in ogni santo caso - non ci riguardano.

Così a sognatrice, credulona e sentimentale, aggiungo anche sola. Sola in questa faccenda di pensare che invece ciò che c'è attorno a me interessa eccome. Ha bisogno del mio interesse e che io mi senta incarnata in esso. Ha bisogno che me ne preoccupi, anche a costo di dire cosa non va, cosa non funziona e come potrebbe migliorare. 



A cominciare da chi, ancor peggio degli indifferenti, tiene taciuti i problemi. Da chi si propone come punto di riferimento, e poi per primo avalla atteggiamenti campanilisti. Incapaci di dare l'esempio, perchè forse, in fondo, è più comodo combattere con i mulini a vento, che la battaglia è sicuro persa, ma lo schieramento è sempre quello di chi ci ha provato e a cui non si può pertanto rimproverare nulla.

Insomma, è come se gli Immacolati avessero deciso di prendere Castel Granito senza un piano strategico, come se Cercei non avesse mai pensato all'Alto Fuoco ma solo a far fuori l'Alto Passero, come Daenerys che pensa di conquistare i Sette Regni unicamente con tre draghi. O come me, che a volte sferro attacchi dal mio blog senza munirmi di difesa. 
Sognatrice, credulona e sola.