domenica 19 aprile 2015

Storia di un cervello e della vita che le insegnò a usarlo

 Ci sono alcuni periodi della vita in cui il viaggio diventa esclusivamente avventura. Momenti, giornate, serate, intense discussioni che ti seccano la gola possono essere a pieno titolo definite "avventura". Ho scoperto che l'adrenalina si scatena non solo in situazioni estreme, nuove, paradossali o pericolose. C'è chi la scatena facendo bungee jumping, chi cantando ai concerti, chi ballando in discoteca, chi in milioni di attività che per ciascuno rappresentano la propria passione.
Ecco, ho scoperto che l'adrenalina viene fuori quando stai dentro le cose, le vivi, le respiri, le desideri e sei pienamente e totalmente coinvolto da esse. La cosa che più preferisco di quando ho adrenalina è ciò che manifesto con il mio volto: disinvolto, autentico, ricco. E sono certa che è chiaro e lucente come il sole agli occhi di tutti. Chi mi conosce lo sa; e non se ne preoccupa. Non ci sarebbe questa carica infatti, se non significasse anche una serenità di fondo, che è frutto di una scelta fatta sempre nella libertà. 

Mi sento libera quando posso esprimere  il mio pensiero, mi sento libera quando qualcuno mi chiama per confrontarsi con me, mi sento libera quando posso contribuire a rendere bello un progetto; libera nella mia passione, nella mia arte, nella mia unicità, nei miei quasi 23 anni, libera. E' un periodo difficile per chi ha 23 anni, vi assicuro. Non puoi vivere spensierato, ma non puoi non vivere. Devi andare costantemente alla ricerca di equilibrio, devi interrogarti, devi ponderare ogni scelta e minimizzare il rischio, ma devi rischiare soprattutto. Devi prenderti la responsabilità di uno sbaglio, ma ambire alla vittoria sempre, devi difendere i tuoi sogni ma costruire ogni giorno un pezzetto di quel futuro che magari tieni in serbo nel tuo cuore. E agli occhi di alcuni forse tutto questo non sarà limpido allo stesso modo della tua carica, non sarà canonico, non sarà come camminare su una strada solcata da molti e quindi sicura, conosciuta. 

La libertà a volte ti porta su sentieri inesplorati e di certo senza traffico e code ai caselli. Ma paghi tanti pedaggi, forse più di quanti dovresti. Ho scoperto che troppe bocche professano la stessa frase, fino a svilirla: "voi giovani siete il futuro": beh, con dispiacere devo ammettere non tutti ci credono veramente quando lo dicono. O forse non ne hanno afferrato il senso più vero e profondo. C'è poca coerenza tra questa convinzione e il modo in cui molti dimostrano di credere in quelle parole. 

Non si può dire a un ragazzo di osare, e poi fargli mancare il tuo appoggio; non puoi dire a un giovane di crescere, e non offrirti come modello. Essere giovani è una responsabilità più di chi giovane non lo è più che di lo è effettivamente. Io mi aspetto coraggio da chi mi insegna la vita, mi aspetto prudenza ma un pizzico di follia da chi ha già sfondato la porta dell'età adulta. Mi aspetto una pacca sulla spalla solo dopo che ti sei incazzato con me perchè ho sbagliato. Mi aspetto accoglienza, non giudizio. Apertura, non resistenza. Se mi viene chiesto di non avere paura, non puoi dirmelo col terrore per l'idea di cambiamento negli occhi. Se mi mandi per la via, non puoi rimanere nel tuo cantuccio comodo. Se mi sporco le mani, non puoi lasciarmi solo nel fango. Se oso la mia posizione, non rincorrermi per farmi tornare a tacere. 

I miei quasi 23 anni hanno esatto da me coraggio, ma mai incoscienza; forza, ma mai oppressione. I miei 23 anni sono oggi più una tua responsabilità. Ma "io comunque la mia parte ve la voglio garantire". La mia garanzia è il mio cervello, che non va dimostrato, non va sfruttato all'occorrenza, non va dimenticato soprattutto. 
Sono offesa con chi ha pensato il contrario, sono mortificata. 

Ma non avete idea di quanto sono carica.