martedì 10 marzo 2015

Lo giuro, vivo.

"Hope if everybody runs         
 You choose to stay..."       [One Republic, I lived]

"Spero che se tutti corrono
 Tu decida di fermarti..."

Ripetevo tra me e me questa frase, canticchiandola mentre con la mano sinistra alzavo un mazzo di carte siciliane e nervosamente le lasciavo andare una per una, solleticandomi le dita. Un gesto come tanti che si fanno inconsciamente mentre la testa viaggia e va altrove. Così ho deciso di fermarmi davvero.

Mi trovavo su un terrazzo questo pomeriggio. La vista mi offriva un curioso panorama: c'erano le case innanzitutto, spazi indefiniti, una macchia verde da cui saltava fuori una grande recinzione alta, non era che un campo da calcetto. A sinistra il promontorio che si getta a strapiombo sulla costa, sopra, il tramonto. Per constatare il movimento in quello scatto fermo, bisognava necessariamente ricorrere all'immaginazione.

Il mio posto è così: appare immobile, ma sta solo proteggendo la vita. Pensate alla pancia di una donna gravida, una grande palla rigida, stirata, forte, e pensate dentro nel frattempo, un battito, il sangue in circolo, gambe che scalciano. Un feto è un grande segreto che si tramuta in promessa e si realizza in bellezza assoluta. Una storia a lieto fine come ne servirebbero tante. Come servirebbe a questo posto, il mio posto. Le case sono ferme, appaiono immobili. Santo Cielo, persino questo mondo appare fermo, "eppur si muove!". Il movimento insomma sta nelle cose, nel loro cuore, "inside". Gli ortaggi maturano nel loro guscio, i sensi elaborano dentro di noi ogni percezione, un meraviglioso verso di Foscolo recita: "dorme lo spirto guerrier ch'entro mi rugge".

Insomma, se non fossimo mossi, non saremmo. Lungi da me la volontà di fare filosofia, in questo periodo apprezzo e mi sforzo piuttosto di adoperare con praticità. Per questa ragione ho agito. Per questa ragione sto scrivendo.

Procedendo in un ragionamento unicamente teorico, possiamo affermare che nel potenziale dell'uomo ci sono grandi mete come la santità, l'eroismo, la gloria terrena, la memoria storica. Queste non sono promesse vendute da bravi mercanti, non sono le risposte evasive di politici in cerca di consenso. Sono verità dimenticate. Così se un individuo sa di poter puntare solo fino a 80, probabilmente raggiungerà 60. Difficilmente si pone come obiettivo 100 e, pare evidente in caso contrario, ottenere 80 sarebbe più semplice e oggettivamente più soddisfacente.

Dunque sento di concludere che l'uomo non ha coscienza del proprio essere.

Vi chiederete, cosa accidenti c'entra la coscienza dell'uomo con il mio posto visto da quel terrazzo questo pomeriggio?

Ci vuole una coscienza innanzitutto per guardare con occhi sognanti il mio posto da quel terrazzo e credere di poter dare una via di fuga a tutto quel movimento che è ancora immobilizzato in esso.
Ci vuole coscienza per camminare su un suolo e riconoscerne i bisogni e prendersene cura come una donna gravida si comporta con il proprio bambino, mentre egli cresce, indisturbato, libero ma protetto.
Ci vuole coscienza per sentirsi orgogliosi e chissà quanto felici di abbracciare quella creatura che ha preso vita nella vita che hai saputo offrire.

Il mio posto è una donna gravida, in essa vive la bellezza. La bellezza ha il diritto di essere curata.

Per questo mi sono messa in moto, perchè allo stato delle cose la bellezza sta morendo. Figlia di una madre egoista.