giovedì 24 ottobre 2013

Considerandomi

Ero una studentessa. Adesso non sono niente.
Niente di "etichettabile" almeno.

Oggi una donna mi ha detto: "devi fuggire tu che puoi...devi andartene da qui...altrimenti pazza diventi!"
Mi hanno impensierita non poco quelle parole.

Qui sarebbe il posto in cui vivo, lo stesso in cui sono nata e cresciuta per 21 anni. Qui è casa insomma, con tutto ciò che comporta.
La mia casa ha due entrate: una vera, con il numero civico accanto, un citofono e un vecchio portone di legno e una meno vera, dal lato opposto, una finestra-balcone ma senza balcone perchè si affaccia direttamente sulla strada e nemmeno tanto finestra perchè entri ed esci da lì senza sembrare un ladro. L'apertura è in ottone e la serratura nuova, perchè tutti la sbattono continuamente e quindi a volte è capitato che non funzionasse più tanto bene.
DI fronte, sopra e sotto, a destra e a sinistra la mia casa è circondata da altre case. E perciò da altre persone.
Ecco, è questo il motivo per cui quella donna gridava con me: per salvarmi da loro, o per salvare lei stessa dalla consapevolezza che ormai anche lei fa parte di quel "loro".

Sta di fatto che vivo qui. Ogni mattina mi sveglio e percepisco gli stessi spazi, ascolto gli stessi rumori e sento gli stessi odori. Sono un frutto di questo terra, cammino ma non posso allontanarmi troppo perchè le mie più profonde radici sono connesse a queste mura: così più vicino rimango ad esse più mi sento sicura, e più mi allontano da esse più aumenta il disagio, come un bambino che non riesce ancora a galleggiare e annaspa e beve acqua, tossisce finchè qualcuno lo soccorre.
Se faccio un passo in più  annaspo e non so più nuotare, tutto intorno a me diventa confuso e non poggio i piedi da nessuna parte.

Quella donna questo non lo sa.

E in questa storia con me e la mia casa e questa donna, bisognerebbe spiegare anche che esiste una finestra magica. Essa, con milioni e milioni di sfumature, quando voglio, riesce e portarmi ovunque desideri.
E' la mia finestra sul mondo e credo mi stia salvando.
Lo credevo.
Poi un giorno, mentre seduta osservavo il mondo, la finestra si è improvvisamente rimpicciolita. E' diventata così piccola che riuscivo a vedere solo le cose di poco spessore, le cose piccole.
Non vedevo più il mondo e quindi ho iniziato a immaginarlo: osservavo solo quello che vedevo e costruivo nella mia testa le più fantasiose riproduzioni delle stesse, grandi, emozionali, spaventose all' occorrenza e meravigliose a volte.
Io, la mia casa, la mia finestra magica e le mie costruzioni.

Poi un giorno tutto questo cominciò a farmi male.
E dopo alcuni giorni ancora, decisi che non volevo più stare così: fu allora che iniziai a scrivere questo blog...

Ero una studentessa, oggi sono una che scrive.


martedì 22 ottobre 2013

Così è se vi pare

E già vi sembrerà che sia uno quei blog pieni pieni di citazioni letterarie più o meno inappropriate...

Strano che nasca proprio oggi questo blog, strano che riesca a mettere più parole dietro l'altra.

Chi sono io?

Sono tutto ciò che sto cercando.
E parto da qui, dalla mia Itaca, dalla casa sicura e dal vento che conosco già.
Parto, poi si vedrà.

Volevo un posto nel mondo tutto mio e l'ho trovato.
Fuggire senza fuggire,
Parlare senza parlare, 
Conoscere senza conoscere.

Così lo voglio, così è se vi pare.