mercoledì 4 maggio 2016

Note e versi, avversi pensieri

Batteva le dita a vuoto sulla tastiera, senza premere alcun tasto. Sembrava cercasse qualcosa, o meglio, aspettava che qualcosa arrivasse. Alzò gli occhi sullo schermo e vide battere il cursore nel motore di ricerca You Tube, francamente sicura che avrebbe trovato le parole giuste da digitare. Voleva una canzone. Non una a caso, ma quella adatta per il suo umore, per la bocca dello stomaco bruciante, per il mal di testa crescente, per il sonno schivato, per i piedi infreddoliti sotto le coperte nonostante maggio. 

Le promesse infrante da una tardiva primavera l'avevano inscurita un po' quel giorno; non sopportava l'imprevisto nè tantomeno incorrere in perfette contraddizioni stagionali con i più svariati effetti negativi, a discapito di un'innata speranza che in genere, la distingueva. Forse quei piccoli fastidi pesavano solo di più quella sera che si sentiva come aver corso tutto il giorno sul perimetro del cerchio delle sue paure e non essere riuscita a prenderle a morsi. Piccole carezze di confidenza appena nata si erano subito estinte nel presagio dell'incombere di vecchi schemi. E invece andrebbe notificato solo il loro debellamento. 

In quella insicurezza persistente pensava di trovare le parole giuste nelle parole degli altri, ma forzava solo un'insensata ricerca. Ma, ti sembra normale?


                                                       "Ti sembra normale, che in due secondi 
                                                                          prendi e cambi parere, 
                                                       che non provi affatto a considerare

                                                                     se sono degno di uno sguardo,

                                                      un contatto distratto, mi sento inadatto..."


Poteva capitare il ritmo giusto arricchito da metafore così generiche da poterti impossessare del significato del testo senza preoccuparti se l'autore intendesse una corsa notturna tra i locali di una città o un affannoso attacco di panico nel tuo letto. In entrambi i casi è difficile scacciare gli spiriti...



"I spent a lot of nights on the run
And I think oh, like I’m lost and can’t be found

I’m just waiting for my day to come

And I think oh, I don’t wanna let you down

Cause something inside has changed

And maybe we don’t wanna stay the same..."

Era probabile che finisse per perdersi nelle fantasie di una storia che per quanto condivisa, tornava a girare e rigirare su stessa, spesso facendole perdere l'equilibrio. Così, nel vortice del dubbio, le più inconsapevoli verità ci stanno accanto, pur avendole cercate lontane, proprio come un primo bacio sulla luna...

"Nel cuore mio, l'abisso. Intorno a me, l'eternità. 
E' inutile cercare di comprenderla.
E' inutile cercare di afferrare questa luna se 

nel cuore mio, c'è l'anima. 

Intorno a me, l'eternità!" 



Note e versi avevano notevolmente aumentato il volume dei pensieri, aggrovigliandoli in una
nube imperfetta e di cui era ormai diventato impossibile distinguere parti. Tuttavia il nodo allo stomaco si era attenuato, mentre il sonno spingeva a forza le palpebre verso giù. 


Anche stasera si era salvata, mettendo in fuga il nemico, dopo avergli sorriso abilmente tutto il giorno e osservato cautamente le sue mosse disoneste. Prima di addormentarsi scelse un ultimo pezzo, che portasse sollievo e tenesse a bada le contraddizioni dell'anima. 

"e tu non lo sai

che cosa ci fai 

dentro una nuvola di guai

cerchi una scusa e te ne vai

via da quella finestra
con un salto ti alzi da terra
e volando più in alto del bene o del male 
ti fermi a guardare una stella se cade o sta sù

Tu

cos'hai nella testa?

C'è sempre qualcuno che parla

e non pensa
facciamola insieme la strada che resta
magari ci porta alle Hawaii"