domenica 15 gennaio 2017

Le mie giornate staff

<<Ciao, piacere>>
<<Piacere mio.>>

<<Cosa fai nella vita?>>

Vorrei dirgli anzitutto che mentre penso a come rispondere fingo di ascoltare qualcuno che mi parla, che ci sono almeno tre pagine web aperte tra posta elettronica, social e piattaforma universitaria. Il cellulare si illumina con insistenza, qualcosa sta succedendo nei gruppi e dovrò recuperare le conversazioni se non voglio perdere il filo. Sto per abbozzare una mezza verità rinunciando già all'idea di uno scambio arricchente, sopravvenendo puntuale la fastidiosa coscienza che sa che non può venire mai nulla di buono da una richiesta d'amicizia frutto di algoritmi casuali.

C'è una notizia da rielaborare in redazione quando attacca la suoneria del telefono: numeri da segnare, dubbi da risolvere, domande a cui rispondere, lo sfogo di un amico. Confronto i prezzi dei prossimi libri da prendere, la mie cose sullo sfondo, come le carte sparse sulla scrivania degli appunti presi una volta ad una riunione, il giorno dopo all'altra. Perchè non possiedo un'unica agenda? Sento un peso addosso come se qualcuno per dispetto mi tenesse il naso chiuso e mi costringesse a prendere fiato con la bocca, innaturale. Alle 17 qualcuno suona al campanello e trascorro l'ora tra una tabellina e una formula geometrica e l'amletico complesso: se io sapessi dire no. 

La capacità di ascolto e l'operosità. Il moltiplicarsi dei pensieri e la necessità di fare ordine. Il susseguirsi di piccole scelte veloci e la quiete della sera, quando finalmente puoi dirti risolto, magari tamponando la ferita di un "vaffa..." scappato con la persona meno meritevole ma più comprensiva, il verso ricade quasi sempre sulle uniche che per quel giorno non si aspettavano nulla da te. Allora sei pronto a rispondere: <<Cosa fai nella vita?>>

Studio comunicazione è tutto quello che so dire. Ingrato paradosso. 
Consegno parole agli occhi della gente, ma quando mi alzo so che bisogna consegnare soprattutto fatti. Allora mi vesto, faccio colazione e accendo il pc. E si comincia: un'altra giornata staff. Tutto quello che passa da me lo devo raccogliere per spirito di servizio, per predisposta disponibilità, per onorare un impegno. Qualcosa transita solamente, alcune sorvolano sopra la mia testa, altre mi investono lasciando segni. Non possiamo piacere a tutti, non possiamo essere capiti da tutti.
Ingranavo la terza una fredda mattina di gennaio percorrendo una sicilianissima strada provinciale. C'era il sole nonostante tutto e dal vetro si diffondeva un pizzico di calore, si prospettava la solita riunione. E' partita la prima traccia del cd dei Beatles, Love me do. Ho iniziato a cantare e molleggiare sul sedile. A volte le mie giornate staff si colorano del sorriso che riempie l'intimo cubicolo. Io lo so: le giornate staff non sono per tutti, sono per chi sa riderne.